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La devozione del Santo Rosario – Un capolavoro di spiritualità cattolica.


Mons. João Scognamiglio Clá dias, offre al Dott. Plinio un Rosario da osculare durante la cerimonia l'11/12/1994

La devozione del Rosario ha una forza e una sostanza enormi. Non è fatta solo di emozioni, ma è seria e piena di riflessioni. Attraverso di essa, la vita spirituale del cattolico si costituisce come un solido e splendido edificio di certezze.

Per capire bene il valore della devozione al Santo Rosario, esaminiamolo più a fondo.


Dopo essere stata consegnata direttamente dalla Madonna a San Domenico di Guzman, la devozione al Rosario si diffuse rapidamente in tutta la Chiesa, superando i confini dell’Ordine Domenicano e diventando l’elemento distintivo di molti altri Ordini che iniziarono a portarlo pendente intorno alla vita.


C’è stato un tempo in cui ogni cattolico lo portava abitualmente con sé, non solo come oggetto per contare le Ave Maria, ma come strumento per attirare le benedizioni di Dio.


Preghiera che ci unisce intimamente a Dio

Cos’è il Rosario?


In sintesi, si tratta di una composizione di meditazioni sulla vita di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua Santissima Madre, sommata a preghiere vocali. Tale combinazione – di preghiera vocale e mentale – è veramente splendida perché, mentre si proferisce con le labbra una supplica, la mente si concentra su un punto.


Così, l’uomo fa nell’ordine soprannaturale tutto ciò che può: attraverso le sue intenzioni, si unisce a ciò che le sue labbra pronunciano, e con la sua mente si consegna a quello che il suo spirito medita.


Sacerdoti, diaconi e laici pregano il Santo Rosario nella Casa Lumen Prophetæ, Caieiras (Brasile)

Attraverso questa forma di preghiera l’uomo si unisce intimamente a Dio, soprattutto perché questa connessione avviene attraverso Maria, Mediatrice di tutte le grazie.


Qualcuno potrebbe chiedere: “Qual è il senso di pregare vocalmente la Madonna mentre si medita su un’altra cosa? Non potrebbe essere qualcosa di più semplice? Non sarebbe più facile prima meditare e poi recitare dieci Ave Maria?”.


La risposta è molto semplice. Ogni mistero contiene, nei suoi dettagli, infinite elevazioni che il nostro povero spirito cerca di sondare… Ora, per fare questo perfettamente, abbiamo bisogno di essere assistiti dalla grazia di Dio, e questa grazia ci viene data attraverso l’ausilio della Madonna. In altre parole, si pronuncia l’Ave Maria per chiedere che la Santissima Vergine ci ottenga le grazie necessarie per meditare bene.


Devozione forte, seria e piena di riflessioni

Nel Rosario troviamo piccoli ma preziosi tesori teologici che ne fanno un capolavoro della spiritualità e della dottrina cattolica.


Questa devozione ha una forza e una sostanza enormi. Non è fatta solo di emozioni, al contrario, è seria, piena di riflessioni, con ragioni salde. Attraverso di essa, la vita spirituale dell’uomo cattolico si costituisce come un solido e splendido edificio di conclusioni e certezze.


Inoltre, la meditazione dei misteri della vita di Nostro Signore e di sua Madre offre al fedele la possibilità di ricevere le grazie proprie di quel fatto che sta contemplando.


Quando analizziamo le innumerevoli grazie che Maria Santissima distribuisce per mezzo della recita del Santo Rosario, vediamo in esso qualcosa che lo rende superiore ad altri atti di pietà mariana. Ora, qual è la ragione di questo?


Prima di tutto, vale la pena sottolineare che la Madonna, essendo eccelsa Regina, ha il diritto di stabilire le sue preferenze! Ed Ella ha voluto elevare questa devozione al di sopra di tutte le altre, distribuendo grazie specialissime attraverso la recita del Santo Rosario.


Proposito di recitare sempre il Rosario

Madonna del Rosario – Monastero di San Domenico di Guzman, Madrid

Un episodio avvenuto nella vita di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori ci mostra che, soprattutto in una grande lotta, il Rosario è pegno di vittoria.


Il Santo veniva condotto su una sedia a rotelle da un fratello di abito attraverso i corridoi del convento, quando chiese se avevano già recitato tutto il Rosario. Il compagno gli rispose:


— Non mi ricordo.


— Preghiamo, allora – disse Sant’Alfonso.


— Ma tu sei stanco! Che male c’è a non dire il Rosario soltanto per oggi?


— Temo per la mia salvezza eterna se smetto di pregarlo per un solo giorno.


È proprio questo che dobbiamo pensare e sentire: il Rosario è la grande garanzia della nostra perseveranza finale. Dobbiamo chiedere alla Santissima Vergine la grazia di pregarlo tutti i giorni della nostra vita.

Non allontaniamocene mai!

Il Rosario è la preghiera dei forti, la preghiera dei combattenti, perché possiede una tale efficacia che fa allontanare il male e avanzare il bene. Esso lega il fedele alla Madonna e mette in fuga il demonio che lo odia e ne ha terrore.


A coloro che si sentono tentati, do questa raccomandazione: tenete stretto il Rosario! Ma tenetelo fisicamente, non deponetelo mai.


Anche quando dormite, cercate di avere il Rosario a portata di mano, in modo da sentirlo con voi. E se avete paura che cada a terra – dobbiamo trattarlo con tutta la riverenza –, appendetelo al collo o mettetelo in tasca.


“Vorrei resuscitare con il Rosario in mano”

Quando le nostre mani non possono più aprirsi o chiudersi, e sono mosse da altri che ci assistono, facciamo in modo che, come ultimo atto di preghiera, il Rosario sia avvolto tra le nostre dita, in modo che quando verrà la resurrezione dei morti e il nostro corpo tornerà in vita, tra le nostre dita vivificate ci sia il Santo Rosario.


Vorrei che, nel momento in cui tutti i giusti saranno convocati alla resurrezione, il mio primo bacio fosse sul Rosario che mi trovo tra le mani.


Ecco un consiglio per dopo la resurrezione. Non ho mai sentito parlare di consigli o di accordi per quell’ora, ma ne propongo uno. Quando tutti risusciteremo, tra gli splendori del Giudizio Universale, ricordiamoci: “Era nei patti”. E, allora, baciamo il Rosario!


Estratto, con adattamenti, da: Dr. Plinio. São Paulo. Anno XIII. N.146 (mag., 2010); pp.26-29


Fonte: Rivista Araldi del Vangelo - ottobre 2021.

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