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La voce del silenzio



È il silenzio una semplice assenza di rumore o di comunicazione? Non sempre… A volte esso parla più delle parole, aprendo le orecchie dell’anima alle sublimità del soprannaturale.



  Chi di noi ha conosciuto le accalorate discussioni nelle piazze e anche le stesse tradizionali conversazioni in famiglia? O ha il costume di cercare una buona lettura per passare una tranquilla serata di intrattenimento? Purtroppo, non molti. Siamo la generazione degli smartphone, ipod, tablet… I momenti di una gioiosa convivenza o di placido raccoglimento sembrano essere stati relegati dalla nostra società tecnologica a un passato già remoto. Che non sia, quindi, anacronistico parlare della voce del silenzio al mondo di oggi? Proprio no! Questo nostro mondo della comunicazione istantanea ha bisogno, più che mai, di una sua fecondità e dello splendore in esso nascosto.


L’espressività di certi silenzi


  Il silenzio non può essere considerato soltanto per il suo aspetto negativo, ossia, la semplice esclusione di parole o l’apparente mancanza di comunicazione, poiché esso, tante volte, dice molto. Questa è una verità conosciuta dall’esperienza personale. In numerose occasioni della nostra vita lasciamo trapelare quello che succede dentro di noi col silenzio. Per mezzo del silenzio affermiamo, neghiamo, acconsentiamo, rimproveriamo o manifestiamo la nostra gioia o recriminazione in rapporto a qualcosa, a volte con più significato che se avessimo pronunciato alcune frasi.


  In questo modo, il silenzio è uno straordinario strumento capace di trasmettere, in varie occasioni, più idee che le stesse parole. Gesù stesso, al momento della sua Crocifissione, dopo aver rivolto quelle imperiture parole al buon ladrone – “oggi sarai con me nel paradiso” (Lc 23, 43) –, offrì un freddo silenzio al cattivo ladrone, che gli valse più di un colossale discorso. “Quanta espressività ha il silenzio di una persona come Nostro Signore Gesù Cristo!”.1


Allontanarsi dal trambusto per ascoltare Dio


  L’Antico Testamento riferisce, per esempio, la prescrizione divina agli israeliti, data a Mosè, di “presentare le offerte al Signore nel deserto del Sinai” (Lv 7, 37), che è simbolo di isolamento, solitudine e silenzio. E racconta che Giuditta, quando diventò vedova, “si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti delle vedove” (Gt 8, 5). Lì, nel raccoglimento, faceva penitenza e digiuni, in una vita di relazione con Dio.


  Infatti, per vivere di Dio, con Lui e per Lui, molte persone abbando nano il trambusto del mondo e abbracciano l’isolamento, poiché così si ascolta meglio la sua voce. “I maggiori più grandi Santi evitavano, quanto potevano, la compagnia degli uomini, e sceglievano di vivere per Dio”.2 Non è senza ragione che San Giovanni della Croce insegna: “Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere ascoltata dall’anima”.3

Dio ci parla e ci ascolta nel silenzio


  Nel silenzio agisce, pertanto, lo Spirito Santo nelle anime. Padre Plus cita un’eloquente descrizione di quest’azione del Paraclito, nella penna di Santa Maria Maddalena de Pazzi: “[Egli] parla senza articolare parole e tutti ascoltano il suo divino silenzio. […] Senza necessità di stare attento, sente la minima parola detta nel più profondo del cuore”.4 È perfettamente compreso da Dio il nostro silenzio, essendo, inoltre, uno dei mezzi che Lui più usa per rapportarSi con le sue creature intelligenti e rivelare loro le meraviglie che possono essere intese soltanto nella sacralità e tranquillità sublime dell’atmosfera soprannaturale.


  Quali sono queste meraviglie che Dio ci rivela attraverso il silenzio? A cosa Egli ci invita? Con parole belle e poetiche, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira interpreta l’invito divino ricevuto dall’anima che si raccoglie: “Ascoltami, perché il timbro della mia voce è grave e soave… Ascoltami, perché ciò che ti devo dire eleva l’anima, la rassicura e la intrattiene. Ascoltami, perché le mie parole mettono nella tua anima un certo refrigerio, una certa luce, una certa pace che tu avevi dimenticato che esiste, e che ora, quando ti parla, t’invita alle solitudini meravigliose di cui avevi perduto il ricordo e la nostalgia… […] Ma a furia di parlare con il silenzio, tu stesso cominci a essere uno di quelli che, per mezzo del silenzio, parlano! Il tuo silenzio interiore ti fa sentire anche parole, e tu cominci a capire, a dire dentro te stesso, che non è un ricordo che questo porta: è una speranza! Sono i giorni venturi che ti aspettano nella loro gloria!”.5


Efficace mezzo di santificazione


  Quando ci asteniamo dal pronunciare parole inutili o banali, quando stiamo zitti per ascoltare saggi consigli o leggere parole per il nostro arricchimento intellettuale o spirituale, evitiamo il peccato e la nostra anima sente meglio la voce della grazia, diventa più propizia ad affrontare con coraggio le difficoltà della vita, apprende a elevare la mente a Dio e a vivere in sua presenza. È il silenzio, pertanto, un efficace mezzo di santificazione.


  Chi sa parlare con moderazione, pratica le virtù con più facili tà. “È il silenzio che ci rende umili, che ci fa pazienti, che ci porta a contare solamente in Gesù quando passiamo per un dolore, affinché Lui, sempre in silenzio, ci guarisca senza che gli altri sappiano. Il silenzio è necessario per la preghiera. Con il silenzio è difficile mancare di carità; con lui si ringrazia, più che con le parole, l’amore e l’affetto di un fratello”,6 dice San Raffaele Arnáiz.


  “È il silenzio il custode della religione e in esso sta la nostra fortezza”,7 afferma il grande San Bernardo. Coloro che godono di questo silenzio su questa terra, sopportano tutto, sono staccati dalle cose sensibili e meramente materiali, e godono, in qualche modo, della beatitudine eterna.


1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Devoção ao Sagrado Coração de Jesus. In: Dr. Plinio. São Paulo. Anno XIV. N.155 (Feb., 2011); p.10.  2 KEMPIS, Tomás de. Imitação de Cristo. L.I, c.20, n.1. Lisboa: Verbo, 1971, p.30. 3 SAN GIOVANNI DELLA CROCE. Ditos de luz e de amor, n.98. In: Obras Completas. 7.ed. Petrópolis: Vozes; Carmelo Descalço do Brasil, 2002, p.102.  4 SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI, apud PLUS, SJ, Raúl. Cristo en  nosotros. Barcelona: L. Religiosa, 1943, p.153.  5 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Conferenza. São Paulo, 18 feb. 1985.  6 SAN RAFFAELE ARNÁIZ BARÓN. Escritos. Año 1934, n.270. In: Obras Com pletas. Burgos: Monte Carmelo, 2002, p.291.  7 SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE. Primero Domingo después de la 
Epifanía. Sermón II, n.7. In: Obras Completas. Barcelona: Rafael Casulleras, 1925, vol.I, p.194.

Rivista Araldi del Vangelo Gennaio 2016

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