Piccolo, debole, sfuggente e dai colori marroncini, il passero è forse il più insignificante degli uccelli. Ma non per questo smette di saltare da un luogo all’altro in cerca di riparo e di cibo. Da dove viene una tale gioia?
Il passero non vola con l’eleganza delle rondini, non canta come gli usignoli, né possiede i bei colori dei fringuelli. È privo dell’agilità vertiginosa del colibrì e dell’abilità di un fornaio rossiccio. È forse il più insignificante degli uccelli.
Neppure intraprende grandi migrazioni, né fa nidi vistosi nei campanili delle chiese. Conduce una vita banale nelle città e in campagna, saltellando vicino ai refettori e alle cucine, mendicando senza pretese briciole di pane o percorrendo i campi coltivati alla ricerca di chicchi di grano.
Il passero non vola con l’eleganza delle rondini, né possiede i bei colori dei fringuelli, e manca anche della sbalorditiva agilità del colibrì.
Quando guardiamo uno di loro e lo confrontiamo con tanti altri meravigliosi uccelli che Dio ha creato, potremmo chiederci: come mai il passero esiste? La sua presenza non eleva in alcun modo la mente al Cielo Empireo; né il suo modo di vivere, così ordinario, invita lo spirito a risalire alle altezze celesti.
Tuttavia, esso non ha mancato di richiamare l’attenzione del salmista, che proclama: “Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia languisce e brama gli atrii del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli” (Sal 83, 2-4).
Abbandonandosi nelle mani dolci e benevole del Sacro Cuore di Gesù, le ali del passero diventeranno belle, agili e forti, capaci di lunghi ed eleganti voli.
Piccolo, debole, sfuggente e di colori spenti, il passero è, nel regno animale, quello che il più semplice dei ciottoli è nel regno minerale. Tuttavia lo si può considerare come un bel simbolo: quello delle anime piene di miserie che, riconoscendo di non meritare nulla, zampettano felici da una parte all’altra in cerca di riparo e di cibo spirituale. La loro umiltà le lascia saltellanti in attesa di compassione, piene di fiducia nella buona generosità del Dio che le ha create.
Anche il passero, dice il salmista, trova rifugio nella casa di Dio. Nella Chiesa cattolica non manca mai il posto per coloro che sono privi di forze o sono scarsi di qualità. E c’è non solo un riparo, ma la via per una vera trasmutazione. Toccate dalla divina misericordia, queste anime-passero possono avere il piumaggio rivestito dei colori più splendidi e le ali fortificate per lunghi ed eleganti voli. Per questo è sufficiente che riconoscano le loro colpe, confidino nell’infinita bontà di Dio e credano nel potere trasformatore dello Spirito Santo. Se anche tu, lettore, in certi periodi della tua esistenza ti senti un’anima-passero, non lasciarti abbattere dalle tue miserie. Ricordati che anche la più insignificante delle creature trova rifugio nella casa dell’Altissimo.
Sacro Cuore di Gesù.
Nello sguardo dolce e benevolo del Sacro Cuore di Gesù, troveremo sempre rifugio. Maria Santissima, sua Madre, vuole in ogni momento accarezzarci, convertirci e avvicinarci alla misericordia del suo Figlio Divino. Abbandonandoci nelle Loro mani, le nostre ali di passero diventeranno belle, agili e forti, capaci di spingerci fino alle più alte vette della santità!
Fonte: Rivista Araldi del Vangelo – Luglio 2019
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