
All’inizio dell’Offertorio della Messa, l’accolito porge al sacerdote o al diacono il calice e la patena coperti da un piccolo velo del colore corrispondente al giorno liturgico, facendo attenzione che i vasi sacri rimangano nascosti all’assemblea. Il calice viene poi posto sull’altare e il velo viene rimosso.
La Chiesa ha sempre prestato la massima attenzione alla scelta e all’organizzazione dei riti liturgici, in modo che essi esprimano chiaramente le realtà sante che significano. E questo accade anche con il gesto di coprire con un tessuto sottile il calice e la patena nella Santa Messa. Sebbene non sia attualmente obbligatoria, questa usanza, piena di riverenza e venerazione, è lodata dalla Chiesa (cfr. Istruzione generale del Messale Romano, n. 118) perché, oltre a essere una tradizione antichissima, contiene uno straordinario simbolismo.
L’Eucaristia è il tesoro preziosissimo della Santa Chiesa, in cui sono contenute le più sublimi realtà soprannaturali, anche se velate ai nostri sensi. Infatti, sotto le apparenze del pane e del vino – i cui accidenti rimangono, ma la cui sostanza viene rimossa con le parole della Consacrazione – c’è Nostro Signore Gesù Cristo stesso, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. E il tessuto che copre il calice simboleggia questo mistero altissimo e ineffabile, che è propriamente il mistero della Fede.
A sua volta, il gesto di togliere il velo significa che questo mistero, lungi dall’intimorirci e dal diminuire la nostra intimità con Dio, è il mezzo che Egli ha scelto per rivelarSi a noi attraverso la fede, per avvicinarci e farci conoscere i suoi segreti.
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