Pur vivendo nel corri-corri delle città moderne, onorare l’olocausto di Gesù e le lacrime di sua Madre è il veemente desiderio di coloro che partecipano alle processioni dell’Antico Guatemala.
Suscita la nostra attenzione contemplare, nei popoli più diversi, i costumi fedelmente trasmessi di padre in figlio nel corso delle generazioni. Soprattutto, ci meravigliamo verificando come molte di queste abitudini sono nate dall’amore per Nostro Signore Gesù Cristo, esaurizzando bellezze e splendori che non sono altro che i frutti del suo Preziosissimo Sangue.
Una di queste tradizioni dura da più di quattrocento anni nell’Antigua Guatemala: si tratta della processione della Settimana Santa, che percorre le strade ornando il Triduo Pasquale con manifestazioni di una seria e sincera pietà ereditata dai colonizzatori spagnoli.
Anche precede la Domenica delle Palme, alcune strade della città sono affollate di devoti che sfilano in preghiera per preparare le loro anime a celebrare la Morte e Risurrezione di Gesù. Queste processioni, tuttavia, raggiungono il loro culmine solo il Venerdì della Passione.
Tra quelle che si svolgono in quel giorno, spicca quella del Cristo del Divino Amore, la cui immagine rappresenta il Salvatore morto e sepolto.
La processione parte dalla Chiesa di San Domenico esattamente alle tre del pomeriggio – ora in cui il Crocifisso è spirato – e si conclude solo alle tre del mattino! Centocinquanta uomini vestiti con il caratteristico abito di cucurucho portano il Cristo, alternandosi. Svolgono così una onorata funzione che viene tramandata dai genitori ai loro figli, nipoti e pronipoti, attraverso le generazioni.
Ad accompagnare il corteo risuonano le marce funebri suonate da una banda musicale, dietro la quale segue il fercolo con la statua di Nostra Signora della Soledad, la prima con questa invocazione ad essere portata nelle terre del Guatemala. Lo portano ottanta donne, vestite di nero e con il capo coperto da un velo. Anche per la Vergine c’è un gruppo musicale, che interpreta bellissime melodie in onore della Mater Dolorosa.
Un immenso spirito di venerazione impregna l’evento, durante il quale i partecipanti mantengono un rispettoso silenzio… Al momento del cambio di turno, viene suonata una campana, il cui suono serve come ordine di comando: quelli che portano il fercolo lo tolgono dalle spalle e lo appoggiano su un bastone di riposo, mentre quelli che prenderanno il loro posto, fanno una breve preghiera in ginocchio. Al secondo tocco, questi ultimi si alzano e passano a sorreggere la portantina.
Anche vivendo nella fretta delle città moderne, onorare l’olocausto di Gesù e le lacrime di sua Madre è il forte desiderio dei partecipanti di queste processioni, perché tale desiderio scaturisce irresistibilmente nello spirito di tutti coloro che Li amano e che si sentono da Loro amati.
Così, per quanto grande sia lo zelo del nemico infernale contro la Santa Chiesa, ci saranno sempre figli e figlie della Santa Chiesa impegnati a confessare la loro fede in Coloro che li hanno purificati e salvati attraverso i suoi dolori. Le pie manifestazioni nate da questo devoto atteggiamento proclameranno davanti a tutti uno dei più bei principi del Cristianesimo: la vittoria sul mondo, il demonio e la carne si conquista solo con l’amore per la Croce.
Comments