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Un palazzo nato nella palude.



Il Castello di Chantilly fu costruito molti secoli fa su una roccia circondata da un terreno paludoso. Chi si ricorda questo, però, quando considera lo splendore di un’opera così magnifica e la ricchezza della sua intricata storia?


Come primogenita della Chiesa, la Francia concede ai suoi figli il dono di segnare con una nota di meraviglioso le opere più caratteristiche che hanno generato. In esse vediamo una sintesi di charme e grandezza, che ci riporta al soprannaturale e raramente si trova in altri popoli.

Lo dimostra la ricca cucina tradizionale, composta da piatti leggendari come l’anatra all’arancia, la zuppa bouillabaisse o le crêpe suzette. Anche nelle porcellane, tessuti, cristalli o liquori prodotti in questo paese, si nota questo singolare talento. Nulla, però, riflette così tanto la combinazione armoniosa tra magnificenza e delicatezza, tra il terreno e l’eterno, che contraddistingue il popolo francese, quanto i suoi sontuosi e incantevoli châteaux.


Quello di Chantilly, per esempio, sembra trasportare chi lo contempla  a una storia di fate! O, per meglio dire, alle dimore dei Santi nel Paradiso Celeste.


Costruito nel IX secolo, ha subito successivi restauri secondo lo stile di ogni periodo storico e i gusti delle famiglie che lo possedevano. Ai Bouteillers, che costruirono la prima fortezza protetta da sette torri, seguirono gli Orgemont e a questi ultimi la famosa stirpe dei Montmorency. Furono loro a trasformare l’antico castello medievale in un palazzo rinascimentale.


Chantilly fu particolarmente segnato dalla presenza di Luigi II di Borbone Condé, il Grande Condé. È a lui che dobbiamo il parco fiabesco che lo circonda, progettato da André Le Nôtre, forse il miglior paesaggista di tutti i tempi. Questo castello era talmente fastoso all’epoca che il Gran Condé ricevette una raccomandazione da Luigi XIV di non abbellirlo di più, per evitare che facesse ombra ai palazzi della casa reale. Il Louvre, Fontainebleau, le Tuileries e l’ancora incipiente Versailles rischiavano di essere offuscate dal potente splendore di Chantilly.

Interiore del Castello de Chantilly

Più tardi, il celebre architetto Jules Hardouin-Mansart restaurò l’interno dell’edificio e ridisegnò la sua facciata. Le Grandi Scuderie e il Castello d’Enghien furono aggiunti nel XVIII secolo e, dopo essere stato quasi completamente distrutto durante la Rivoluzione Francese, il tutto fu rifatto da Enrico d’Orléans, duca d’Aumale. Oggi, richiamano una particolare attenzione le torri rotonde e robuste, vestigia dell’antica fortezza. Esse lo fissano solidamente al suolo, senza fargli perdere la sua eleganza, e il suo riflesso nello specchio d’acqua che circonda l’edificio, rafforza la sensazione di essere di fronte ad un’opera più celeste che terrena. 


Soprattutto, impressiona sapere che le fondamenta di Chantilly sono state costruite su una piccola roccia circondata da un terreno paludoso. In altre parole, una tale meraviglia è apparsa in mezzo alle distese fangose! Ma chi si ricorda di questa circostanza quando considera lo splendore della magnifica opera e la ricchezza della sua intricata storia?

Castello de Chantilly visto dal Giardino Inglese

Se analizziamo le anime che ci circondano, non mancheremo di trovarne alcune la cui vita potrebbe essere simboleggiata dal Castello di Chantilly. Su un pezzo di roccia, a volte molto piccolo, circondati da un terreno fangoso, hanno lottato per costruire un edificio solido. Nei periodi di congiuntura favorevole è cresciuto in dimensioni e bellezza, ma non sono mancati momenti di tragedia, che hanno minacciato di distruggerlo anche alle fondamenta.


Ora, queste anime hanno sempre avuto fiducia nell’aiuto infallibile di Dio, e questo le ha fatte passa re indenni da ogni crisi e tempesta. Sembrano aver governato la loro esistenza con la massima così spesso ripetuta da Santa Meraviglie di Gesù: “Si tú Le dejas…”


Se Lo lasciamo agire, Gesù farà di noi grandi santi. Su chi ha fiducia in Lui possono soffiare uragani, ruggire terremoti o cadere le bombe distruttive di una guerra. Finché rimaniamo fedeli a Lui e ci abbandoniamo nelle mani della Sua Santissima Madre, lo Spirito farà in noi opere straordinarie, come straordinario è questo gioiello della Cristianità che abbiamo appena considerato!

Fonte: Rivista Araldi del Vangelo – Agosto 2019

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