Ogni giorno, ogni minuto, ogni istante della mia vita, il mio cuore cerca la Chiesa Cattolica. Desidero vivere solo per lei, in modo tale da poter dire, alla mia morte: “Sono stato veramente un uomo cattolico apostolico romano!”
In virtù di una grazia speciale concessa da Dio, mano a mano che conoscevo la Chiesa, mi univo a lei senza discutere, con un’adesione serena e profonda. E quando ho saputo che c’erano persone che mettevano in discussione la divinità e l’esistenza stessa di Nostro Signore, ho pensato: “Ma avranno perso il buon senso? Basta considerare una Sua pia immagine per rendersi conto che si tratta di una realtà. Perché qualcuno potesse inventarLo, avrebbe dovuto essere più grande di Lui. Ora, nessuno può essere più grande di Gesù Cristo; pertanto, non è stato inventato”.
Un modo di pensare, fare e sentire
Con l’aiuto della Madonna, non sono mai stato capace di pronunciare la parola cattolico senza entusiasmo. Mi ricordo che, già da piccolo, riflettevo: “Curioso, la parola cattolico sembra una musica”. Si noti che non ero a conoscenza dell’origine greca del termine e del suo significato di universale. Però, mi incantava: “Che bella parola! Catto-lico. Tre note: quella forte dell’ ‘A’ comincia irrompendo e proclamando. Poi la ‘O’ esclama, essendo all’apice. E la ‘I’ termina con delicatezza. Che parola di mio gusto!”
In seguito, pensavo: “Ma ho già sentito parlare di cattolico apostolico romano. Significa che si tratta di un unico insieme. Apostolico sembra una riedizione di cattolico, presentata da un altro verso, come una ghirlanda che scende, aumenta in lunghezza e sale. Romano – nemmeno lo mettevo in relazione con Roma – dà l’idea di qualcosa di forte, serio, solido e buono. Romano! Ho l’impressione di un fiume che scorre sotto un arco, le acque scorrono, ma il ponte rimane. Romano! Chiederò alla mamma cosa significa tutto questo”.
Ho ricevuto da Donna Lucilia la spiegazione desiderata, adeguata alla mentalità di un bambino, ma che forniva le nozioni precise. Quando mi ha parlato del Pontefice Romano, ho capito l’importanza del Vicario di Cristo, e allora è nato il mio entusiasmo per l’infallibilità papale. Ho pensato: “Che belle parole! Pontefice Romano. Lui si trova nel posto più alto, è infallibile, ordina e tutti obbediscono. Ah! Essere cattolico è una cosa eccellente! Non ci sono uguali. È il massimo!”
E la Madonna mi ha aiutato a rendermi conto che la fede era indispensabile, celeste e meravigliosa, però, non bastava credere. Era necessario avere lo stato d’animo, la mentalità, il modo di pensare, fare e sentire cattolici. Io tendevo a questa postura dell’anima e non volevo nient’altro che essere, interamente, cattolico apostolico romano!
Fin dalla più tenera età ho cominciato ad amarla
Posso dire che ho conosciuto la Chiesa in uno dei suoi periodi buoni, quando la stragrande maggioranza dei cattolici era riunita intorno al suo Pastore Supremo, sotto la prodiga conduzione dei rispettivi Episcopati nazionali, che facevano in modo che l’unione tra clero e fedeli fosse completa, così come quella dei chierici tra di loro. In una parola, la pace di Cristo regnava nella Chiesa.
Figlio, come ho detto, di una signora eminentemente cattolica, la cui influenza sulla mia formazione religiosa è stata delle più profonde, ho iniziato fin da molto piccolo ad amare la Santa Chiesa con vero entusiasmo. Tuttavia, non poca è stata la mia sorpresa quando, a contatto con compagni e amici della mia generazione, estranei alla mia cerchia familiare, ho constatato che c’era una parte dell’opinione pubblica – più rilevante ai livelli alti della società – che si mostrava reticente nei confronti della Chiesa. In questo ambiente si comprendeva che gli uomini non dovevano mostrarsi cattolici, ma che spettava soltanto al sesso femminile praticare la Religione.
La professione aperta del Cattolicesimo da parte di un giovane lo qualificava tra i bigotti, persone di insufficiente capacità intellettuale e umana. Tale discriminazione comportava che molti uomini, timorosi del giudizio degli altri, non avessero il coraggio di apparire come cattolici praticanti. Un giovane che lo avesse fatto sarebbe stato messo ai margini nel suo stesso ambiente sociale.
Conservare la fede in un ambiente ostile
Altro non è stato l’isolamento di cui sono diventato oggetto, perché sempre ho professato apertamente, con la grazia di Dio, la fede cattolica apostolica romana. Ho trovato, così, fin dall’inizio della scuola secondaria, opposizioni molto accese intorno a me. Queste opposizioni si sarebbero poi intensificate quando mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Largo São Francisco, a quell’epoca famoso centro del laicismo e del positivismo giuridico, contrari alla dottrina della Chiesa.
Ricordo che quando mi sono iscritto alla Facoltà ho sentito il cuore che mi batteva in gola per paura che questo ambiente potesse corrodere le mie convinzioni religiose. Confidando nella Santissima Vergine, Le ho implorato con tutto il fervore i mezzi per preservare la fede cattolica nella sua integrità, in quel terreno ostile in cui entravo. Come sempre, Lei si è presa cura di me in modo superlativo. Ho finito per essere, innanzitutto, cattolico, di un Cattolicesimo totale, completo.
Tuttavia, continuavo ad avere un dubbio su come condurre la mia vita. Perché, nel momento stesso in cui frequentavo la società, paradossalmente ero, in virtù delle mie convinzioni religiose, molto ritirato. E così, nel quasi isolamento, nella risoluzione di lottare e nella gioia – bisogna notare – della speranza del mio futuro, è trascorsa la mia giovinezza. Speranza del futuro, sì, perché era in esso che mi rifugiavo per affrontare le opposizioni dell’ambiente.
La Chiesa è la colonna del mondo!
Tutta l’influenza che la Madonna mi ha permesso di avere negli ambienti cattolici, tutto ciò che Ella mi ha aiutato ad intraprendere e a realizzare per la Santa Chiesa nel corso di tutta la mia vita, è dovuto in misura considerevole al fatto che, fin dall’inizio del mio impegno a favore della Religione, ero già un convinto sostenitore di una cattolicità totale. In altre parole, per me, un Cattolicesimo di mezze misure non avrebbe avuto né forza né capacità di fronte all’empietà contemporanea.
Ero anche convinto che si è cattolici nella pienezza del termine solo quando si è assolutamente fedeli alla Cattedra di Pietro, perché in questa fedeltà incondizionata sta la sostanza del Cattolicesimo.
Profondamente convinto, infine, che la Chiesa è il pilastro del mondo, dell’ordine temporale, dell’ordine civile e dell’ordine morale. E che, pertanto, solamente dalla dottrina, dai comandamenti e dagli insegnamenti della Chiesa poteva venire la soluzione della crisi sociale, politica e morale in cui sta sprofondando l’umanità.
Quando questa convinzione si è affermata nel mio spirito, quando ho capito che nella Santa Chiesa tutte le cose si intrecciano in modo così logico e perfetto che solo lei è l’unica vera, allora il mio atto di fede si è esplicitato in tutta la sua estensione: “Credo nella Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana!”
Nelle beate, dolcezza vellutata d’animo
Da qui sbocciò, allo stesso modo, un atto d’amore che non avrebbe fatto che crescere e intensificarsi: “Io la amo, perché niente al di fuori di lei possiede un valore autentico”.
Mi ricordo di me piccolino nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, mentre ascoltavo un sussurro di beghine che recitavano il Rosario. Le guardavo e percepivo la severità con cui si presentavano. Abiti così logori, che non avevano età. Volti così sofferti, che anch’essi non avevano età. Nei volti, nessuna bellezza. Nelle vesti, nessun gusto. Ma… mi facevano sentire qualcosa di completamente diverso dalle mie abituali sensazioni. “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte. Amen”. Poi una voce più sottile: “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo”. E il coro: “Così com’era al principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen”.
Era una specie di ninnananna. “Come questo ci culla! Ascoltiamo. C’è qualcosa qui di una dolcezza d’animo vellutata. C’è qualcosa di una rettitudine dolente, invecchiata, ma che nulla è riuscito a macchiare. Qualcosa di vita spirituale e di vita umana, molto più prezioso di cento belle canzoni che ho ascoltato”.
Essa è l’ideale della mia vita
Avevo l’impressione che altre corde della mia anima suonassero intensamente. E pensavo: “Questo è così, e così deve essere!” Considerando tutti questi aspetti della Chiesa, mi veniva in mente questa idea curiosa a suo riguardo:
“Non sembra un’istituzione, ma un’anima immensa che si esprime attraverso mille cose, che ha movimenti, grandezze, santità e perfezioni, come se fosse un’anima sola che si è espressa attraverso tutte le chiese cattoliche del mondo, tutte le immagini, tutte le liturgie, tutti i suoni di organo, tutti i rintocchi di campana…
“Quest’anima ha pianto nei requiem: si è rallegrata con gli scampanii dei sabati di alleluia e delle notti di Natale. Essa piange con me, gioisce con me. Vedo nella Chiesa più un’anima che un’istituzione. Come mi piace quest’anima! E mi situo in modo tale in relazione a lei, che la mia stessa anima sembra una piccola risonanza, una minuscola ripetizione di essa, qualcosa in cui quest’anima entra e vive intera, come all’interno di un tempio materiale. In questo modo tutto ciò che mi piace è come quello, e quello è come tutto ciò che mi piace. Quest’anima – cioè la Chiesa – è l’ideale della mia vita. Per questo voglio vivere, e così voglio essere”.
Vivere in ogni momento solo per la Chiesa
Molti mi hanno visto nei momenti di maggiore afflizione, come mi hanno visto anche nei momenti che potrebbero essere chiamati di trionfo. Mi hanno visto nelle più svariate circostanze della vita quotidiana. Però, mai mi hanno visto – nemmeno il giorno della morte di mia madre – così emozionato come nel momento in cui viene commemorato il mio Battesimo. Inaspettatamente per me, e a dispetto della mia abituale placidità, questa emozione si è impossessata completamente di me quando sono stato chiamato uomo cattolico apostolico romano… Perché questo è quello che desidero essere: un figlio della Chiesa!1
In questa festa di comunicazione di anime, in cui ringraziate la Madonna per il dono, che amo smisuratamente, di appartenere alla Chiesa, vorrei che voi amaste la Chiesa cattolica come la amo io. Molti di voi in questo auditorium li conosco da trenta, forse cinquant’anni. A tutti loro, continuamente, non ho fatto altro che dire: amate la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, quella Chiesa che amo così tanto, che non riesco nemmeno a parlare su di lei. Semplicemente pronunciando il suo nome, già mi sento incapace di dire il mondo di elogi e di amore che esiste nella mia anima.
L’attitudine del mio cuore tutti i giorni, in tutti i minuti, in tutti gli istanti, è quella di cercare con gli occhi la Chiesa Cattolica e di essere impregnato del suo spirito. E se viene abbandonata da tutti gli uomini, nella misura in cui ciò sia possibile senza che lei cessi di esistere, averla tutta dentro di me. Vivere solo per lei, in modo tale che io possa dire, morendo: “Sono stato veramente un uomo cattolico apostolico romano!”
Completo e indissolubile connubio di anima
Con la grazia della Madonna, posso affermare che non c’è un solo istante della mia vita – e per un istante intendo un frammento di minuto – in cui il mio amore per la Chiesa Cattolica sia stato minore di quello che ho in questo momento in cui rivolgo la parola a voi.
Come potrebbe questo amore essere com’è, se non vedessi la Chiesa in un determinato modo? Quello che si ama, si ama perché si è visto. Si ama, perché si è compreso. Si ama, insomma, perché vi si è aderito con tutta l’anima. Si ama in modo tale che la parola aderire è debole. Si è immerso! Si è lasciato penetrare! Si è stabilito un connubio di anima, tanto quanto la debolezza umana permette, indissolubile e completo, per la vita e per la morte, per il tempo e per l’eternità. Questa è la nostra appartenenza alla Chiesa Cattolica.
Finché esiste sulla terra, la mia vita ha ragione di essere. Se dovesse mai un giorno morire, le dedicherei un amore che in qualche modo si traduce nell’adorazione. Ma quando la vedessi morire, vorrei che Dio mi prendesse, perché la mia vita non avrebbe più alcun valore. Le mie ossa si staccherebbero, tutto il mio essere si sgretolerebbe, perché il suo sole non sarebbe più presente: la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Estratto, con piccoli adattamenti, da: Dr. Plinio. São Paulo. Anno IX. N.100 (Luglio 2006); p.34-52
1 Queste parole del Dott. Plinio sono state tratte da una conferenza tenutasi il 7 giugno 1978, data in cui commemorava l’anniversario del suo Battesimo con i suoi discepoli. In questo passo del suo discorso,
il Dott. Plinio si commuove e, più di una volta, trattiene la voce.
Fonte: Rivista Araldi del Vangelo - settembre 2019
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