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Novena di Natale – Nono giorno.

Il Bambino Gesù (recitare il 24 dicembre)


L’innocenza, lo splendore e la bellezza di Gesù Bambino furono uno spettacolo divino che pochi fortunati ebbero il privilegio di contemplare. Per il resto dei cristiani, ad eccezione di coloro che hanno ricevuto grazie mistiche straordinarie, quell’evento resta un mistero luminoso ma velato. Infatti, supera ogni capacità immaginativa rappresentare nella fantasia o nelle opere d’arte il vero volto di Gesù appena nato, con tutte le grazie di un Dio fatto uomo.


Nei Salmi, tuttavia, troviamo certe espressioni ispirate che aprono il nostro spirito alla speranza di ritrovarci un giorno davanti al volto umano del Figlio di Dio:


Liete parole mi sgorgano dal cuore:

io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,

sulle tue labbra è diffusa la grazia,

perciò Dio ti ha benedetto per sempre. (Sal 45, 2-3)

Tali espressioni poetiche sono veramente degne di essere cantate al suono di un’armoniosa melodia natalizia. Difficilmente si troveranno parole più adeguate a descrivere il fascino causato dal Bambino Gesù su chi a Lui si avvicinava con la fede almeno della misura di un grano di senape. La sua bellezza era composta da due estremi apparentemente opposti che in Lui si abbracciavano con casta amicizia: la tenerezza e la grandezza.


Essendo piccolo, fragile e innocente, Gesù era capace di suscitare i sentimenti materni più raffinati e intensi. La Vergine Maria si scioglieva davanti a Lui con fremiti di amore dei quali avremo una nozione più o meno precisa solamente nell’eternità. Ma, d’altra parte, il Bambino sfolgorava come un lampo. Nel suo corpicino si riflettevano già le grandi doti di un guerriero invincibile, di un Re maestoso. Lo stesso già citato salmo, nel seguito canta proprio questi aspetti:


O prode, cingiti al fianco la spada,

tua gloria e tuo vanto,

e avanza trionfante.

Cavalca per la causa della verità,

della mitezza e della giustizia.

La tua destra ti mostri prodigi. (Sal 45, 4-5)


La difesa della Verità, portata fino alla morte e alla risurrezione, fu la caratteristica del vero Messia, mite e umile di cuore, ma muro di bronzo contro gli avversari della giustizia. Così la destra di Gesù fece miracoli, accarezzò i bambini, ma non solo. Anche il suo braccio potente scacciò i mercanti dalla casa del Padre suo, minacciò i venti burrascosi e li calmò, fece risorgere i morti.

Davanti al tenero Gesù mostriamogli tutto il nostro affetto fatto di calore, di dolcezza e di compassione. E, al contempo, apriamo il nostro cuore alla sua infinita grandezza. Così impareremo ad essere uomini e donne di grandi e santi desideri, pieni di speranza e di forza per lottare, soffrire e resistere con la certezza che il nostro Re ha cinto la spada al suo fianco e avanza trionfante.

“Oportet illum regnare”, è necessario che Cristo Regni (1Cor 15, 25). Per tale motivo, i cattolici ai piedi del Presepe proclamano con audacia la loro disposizione di spendere le loro esistenze affinché ciò si possa avverare. E, per mezzo della Vergine Santissima, sperano di poter proclamare, una volta calmate le tempeste che sconvolgono la fede e la mettono a serio rischio: “Alla fine Gesù trionfa per il Cuore Immacolato di Maria!”.




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