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Sul libro “Il Commissariato degli Araldi del Vangelo” - Spiegazioni, motivazioni e chiarimenti.

Aggiornamento: 24 nov

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Essendo trascorsa già più di una settimana da quando l’opera “Il Commissariato degli Araldi del Vangelo” è stata resa nota al grande pubblico, si è considerevolmente accresciuto il numero di persone, favorevoli o meno all’Istituzione, che chiedono il perché di un lavoro di tale portata e contenuto. Per rispondere a tali richieste di chiarimento, e per amore della verità, gli Araldi del Vangelo ritengono giunto il momento di portare alla luce, in maggior dettaglio, ciò che ha motivato la recente pubblicazione.


In effetti, nel Comunicato stampa divulgato sul sito ufficiale dell’Ente, alcune spiegazioni essenziali erano già state date in forma riassunta. Nel comunicato si poneva l’accento sull’eccessivo e inspiegabile prolungamento dell’intervento, che genera interrogativi riguardo all’idoneità dell’istituzione commissariata e, conseguentemente, obbliga a chiarimenti per ristabilire la verità e la giustizia. Si ricordavano anche i grandi danni arrecati dalla situazione, tanto agli Araldi del Vangelo quanto alla Santa Chiesa: numerosi diaconi che non hanno potuto vedere soddisfatta la loro legittima aspettativa, sostenuta dal Diritto Canonico, di essere ordinati sacerdoti, oltre a sette gruppi di seminaristi che non hanno potuto accedere al diaconato, ad altri membri è stato impedito di emettere i loro voti, aspiranti la cui ammissione è vietata, e giovani che si sono visti privati di un progetto educativo libero da influenze contrarie agli insegnamenti del Vangelo.


Queste ragioni – alle quali si aggiungono anche “varie violazioni alle leggi canoniche”, come afferma la Nota – hanno motivato la commissione redattrice del libro, composta da specialisti e guidata dal Prof. Dr. José Manuel Jiménez Aleixandre, Dottore in Diritto Canonico, e da Suor Dott.ssa. Juliane Vasconcelos Almeida Campos, dottoressa in Filosofia.


L’opera consta di tre parti, la prima e principale delle quali è una cronaca dei fatti, che pretende di narrare senza passione le ingiustizie di cui gli Araldi del Vangelo sono stati oggetto sin dall’inizio dell’intervento nel 2017.


Lì, il libro ricorda la mancanza di trasparenza dell’allora Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, successivamente Dicastero, che in nessun momento rivelò agli accusati il contenuto delle denunce o la materia dei presunti crimini che portarono a decretare la Visita Apostolica e, in seguito, il Commissariamento, l’interruzione delle ordinazioni, la proibizione per gli Araldi di ospitare giovani e altri provvedimenti punitivi.

Inoltre, la cronaca narra i reiterati abusi di potere, arbitrarietà e illegalità da parte del Dicastero e dei suoi rappresentanti, oltre a dimostrare la mancanza di idoneità di alcuni di coloro che componevano la squadra ausiliaria del Commissariato, e i grandi danni morali, economici, istituzionali, pastorali ed educativi generati dall’intervento che, in principio, si presentava come destinato a “sanare” e “aiutare”.


La seconda parte consiste in un’appendice, dove si offre una piccola selezione dei documenti che sono stati debitamente archiviati nel corso degli anni, tramite i quali si può comprovare la veridicità delle informazioni contenute nella cronaca.


Infine, l’opera si conclude con un altro appendice, di taglio giuridico-canonico, composto da libelli che valutano, sotto un prisma strettamente tecnico e alla luce della legge della Chiesa, le irregolarità avvenute nel processo, come l’alterazione del decreto, vari abusi di autorità o inadempimento delle Costituzioni della Società Virgo Flos Carmeli, e molto altro.


Tuttavia, conviene precisare che l’argomentazione sopra esposta mira a giustificare l’elaborazione del libro – come, del resto, la Nota pondera chiaramente – ma non specificamente la sua pubblicazione. Benché tali motivi fossero, di per sé, sufficienti a giustificare la pubblicazione del lavoro, quest’ultimo era destinato a rimanere nell’archivio storico degli Araldi del Vangelo, disponibile per un’eventuale difesa, se ci fossero state richieste spiegazioni. Tuttavia, alcuni avvenimenti recenti ci hanno obbligato ad agire diversamente.


In primo luogo, in occasione dell’udienza concessa da Sua Santità, Papa Leone XIV, a S.E.R. Monsignor Sérgio Aparecido Colombo, nella quale erano presenti due membri della Sociedade de Vida Apostólica Clericale Virgo Flos Carmeli, abbiamo avuto la inquietante sorpresa di constatare che il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per mezzo della sua Prefetta e dei suoi collaboratori, aveva trasmesso false informazioni al Santo Padre riguardo agli Araldi del Vangelo e al loro Fondatore, affermando, ad esempio, che vi fossero vittime di abusi, o che nemmeno tutti i processi giuridici fossero conclusi, o, infine, che le determinazioni riguardanti l’ospitalità e la formazione dei minori nelle case dell’Associazione non fossero state rispettate – in tutti i casi, affermazioni la cui completa infondatezza il libro ha potuto dimostrare.


Successivamente, tramite fonti vaticane autorevoli, abbiamo comprovato che il Dicastero, anche dopo la suddetta udienza con Papa Leone XIV, continua a diffondere falsità e fatti distorti riguardo agli Araldi del Vangelo – tra le altre, quella secondo cui vi sarebbero in corso processi gravissimi contro l’Istituzione, cosa che, ribadiamo, non corrisponde minimamente alla realtà.


In quanto figli e servitori della Santa Chiesa, ci ha profondamente scosso sapere che si stia venendo meno alla verità nei confronti del Vicario di Cristo, così come già ci aveva scosso la mancanza di dialogo e trasparenza delle autorità di un organo così illustre della Curia Romana come il suddetto Dicastero, durante tutto il periodo dell’intervento.

Inoltre, da questo stesso Dicastero, varie volte erano già scaturite informazioni che causarono il linciaggio mediatico degli Araldi del Vangelo in numerosi paesi, soprattutto Brasile, Italia, Spagna e Colombia, principalmente per la fuga di documenti e informazioni, che arrivavano con prontezza alla stampa, mentre venivano negati agli stessi Araldi del Vangelo.


Ora, vi sono prove che mostrano come questa postura di disprezzo del Dicastero verso l’Istituzione non sia mutata fino ad oggi. Eccole:


– Il suddetto organo della Curia ignora tutti quei rapporti e quelle relazioni che ovviamente sono favorevoli agli Araldi del Vangelo.


– Ci sono due lettere firmate nel 2024 da S.E. Mons. João Braz de Aviz, allora prefetto del Dicastero, e da Suor Simona Brambilla, MC, allora sua segretaria, che proibiscono la realizzazione dell’Assemblea e dei Capitoli Generali, affermando che avrebbero nominato specialisti per seguire la questione. Tale nomina, però, non è avvenuta. E quando sono stati comunicati i nomi degli specialisti dell’attuale commissariato, i suddetti membri del Dicastero hanno risposto in modo brusco, concludendo: “per favore, non prosegua con questa questione”. È già passato quasi un anno e mezzo e nessun esperto canonico o teologico è stato nominato.


– Inoltre, da più di un anno, la chiusura al dialogo e l’opacità del suddetto organo si sono accentuate, poiché gli Araldi del Vangelo non ottengono da esso alcun tipo di risposta, qualunque sia la natura della questione, nemmeno riguardo al rapporto conclusivo del Commissariamento, consegnato da più di sei mesi da S.E. Cardinale Raymundo Damasceno Assis. A questo proposito, conviene presentare altri dati.


In effetti, consegnato nel maggio di quest’anno (2025), il rapporto del Cardinal Raymundo Damasceno fu minuzioso, sommando circa sessanta pagine con ampia documentazione allegata. Il documento rende conto di tutti i punti sollevati durante l’intervento, sia riguardo al settore finanziario, con i pareri di Mons. Nereudo Freire Henrique – allora Economo della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB) –, sia quello giuridico, con i pareri del Dr. Hugo José Sarubbi Cysneiros – assessore giuridico del Commissariamento, che esercita lo stesso incarico anche presso la CNBB e la Nunziatura Apostolica del Brasile –, sia, infine, riguardo agli altri argomenti concernenti il Commissariamento, come la richiesta di ordinazione dei diaconi, tra gli altri.


Quasi due mesi dopo la consegna, Suor Simona Brambilla visitò il Brasile. Nella capitale federale, vi era un sacerdote araldo che assisteva alla conferenza da lei tenuta l’8 luglio, il quale, tuttavia, non riuscì ad ottenere un contatto personale con lei. D’altro canto, la prefetta, insieme a Padre Airton, ricevette sei chilogrammi di documenti dalle mani di Rosiley Maria Piva e Valéria Rocha da Fonseca de Oliveira, che, secondo fonti sicure, contenevano le stesse accuse false presentate all’epoca della Visita Apostolica, già risposte e chiarite in sede canonica e/o civile. Il dossier fu portato alla Nunziatura, dove entrambe le detrattrici ebbero occasione di spiegarlo dettagliatamente, durante un’udienza durata più di due ore.


In ottobre, durante un simposio organizzato da alcuni istituti della Chiesa che hanno relazione con le apparizioni della Madonna di Fatima, nella stessa città delle apparizioni, e al quale parteciparono gli Araldi del Vangelo, Suor Simona Brambilla non fu presente alle esposizioni realizzate dai membri dell’istituzione. Inoltre, in occasione dello stesso evento, la prefetta si imbatté fortuitamente, in una strada, in due araldi. Quando questi si avvicinarono per salutarla, ella cambiò immediatamente marciapiede, a quanto pare per evitare l’incontro. Ora, questo era il procedimento richiesto dalla cosiddetta “scomunica vitando”, modalità estinta nell’edizione vigente del Codice di Diritto Canonico, oltre a essere incompatibile con il cammino sinodale attualmente predicato.


Un fatto analogo avvenne quando un membro dell’Associazione, che accompagnava il Cardinale Raymundo Damasceno a un incontro con un canonista del Dicastero, cercò di salutarlo, venendo anch’egli evitato.

Sempre in ottobre – cinque mesi, dunque, dopo che il Cardinal Raymundo Damasceno aveva consegnato il suo rapporto – il porporato ebbe occasione di riferirci di avere chiesto un’udienza con S.E. Cardinal Artime. Il suo segretario, però, informò che il porporato avrebbe potuto riceverlo solo se l’argomento non fossero gli Araldi del Vangelo, nel qual caso sarebbe stata necessaria la presenza di Suor Simona.


Non soddisfatto, il Commissario si recò al Dicastero, venendo ricevuto dalla segretaria della Prefetta, la quale gli comunicò, da parte di quest’ultima, che ancora non avevano avuto tempo di leggere tutto il rapporto del Cardinale Damasceno, a causa del fatto che fosse “molta roba” per pochi collaboratori. Ribadiamo che il fatto è avvenuto cinque mesi dopo la consegna, e il documento contava circa sessanta pagine.

Ora, i dati sopra riportati conducono alle seguenti conclusioni:


– Si nota ancora oggi una chiara animosità del Dicastero in generale, e della prefetta in particolare, verso gli Araldi del Vangelo, la quale naturalmente macchia di parzialità qualsiasi azione del processo.


– Da ciò si può dedurre che il punto di stallo in cui si trova attualmente il Commissariamento sia solo un modo per guadagnare tempo, mentre non emergono nuovi pretesti per riprendere con vigore l’intervento.


– Vi sono indizi dell’intenzione degli oppositori di provocare artificialmente nuove denunce, delle quali le autorità del Dicastero vengono informate tempestivamente senza alcun confronto di informazioni.


– Pertanto, si confermano le voci, le cui fonti autorizzate hanno chiesto anonimato, secondo cui il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica pretende di ricominciare tutto il processo, oltre al fatto che continua a diffondere informazioni non veritiere e distorte.


Gli Araldi del Vangelo hanno avuto occasione di chiarire, insieme al Santo Padre, in occasione dell’udienza privata con il Vescovo di Bragança, gli elementi principali dell’attuale congiuntura. Tuttavia, data la configurazione gerarchica della Chiesa – caratteristica che, in sé, è motivo di venerazione per ogni fedele, ma che può eventualmente essere manipolata con malafede – il suddetto Dicastero gode di accesso diretto a Sua Santità, e certamente darà una nuova versione, se convocato a farlo. La nostra istituzione, però, non avrà certamente le stesse possibilità di accedere non solo al Santo Padre, ma anche alle numerose persone vulnerabili alla disinformazione, che tale infame campagna potrebbe danneggiare.


Così, non disponendo di altri mezzi per difenderci davanti al Sommo Pontefice e al pubblico cattolico, che ancora una volta vengono indotti in errore, non vi fu altro rimedio se non prendere questa misura estrema per difendere il nostro onore: cioè far giungere questo libro/dossier nelle mani di persone di buona volontà, così come le informazioni sopra menzionate al grande pubblico, fino al momento in cui saremo convocati affinché ci sia dato il diritto al contraddittorio.






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